Sensibilità, dove, come e quando...(ultima parte)
Penso che la nostra sensibilità sia pari solo alle nostre emozioni, a ciò che accade dentro di noi in quelle circostanze che toccano l'IO profondo, quello più nascosto e quindi invisibile agli altri.
Le lacrime sono uno dei tanti modi di manifestare il proprio dolore, la gioia, la tristezza, e tanti altri stati d'animo che si hanno nella vita, ma chi di lacrime non ne versa, non è certo perchè quando venne distribuita la sensibilità era dal parrucchiere.
La sensibilità sta nell'intelligenza, l'intelligenza è la capacità di capire o meglio ancora di saper leggere oltre la superfice, cioè comprendere e lasciare, quando non vi sono parole, che il silenzio composto e partecipe diventi dono e ricchezza.
"Sensibile è colui che ha la delicatezza e l'infinito rispetto per l'armoniosa convivenza degli individui all’interno della società, dell’io che si rapporta al tu, vedendo sempre in esso, un soggetto di pari dignità."
E' pur vero che la persona sensibile è maggiormente esposta ad essere ferita, quindi può risultare più fragile agli occhi degli altri.. fragilità che spesso si manifesta con le lacrime finchè non si trova in sè stessi l'arma per affrontare l'ostacolo, oppure ci si crogiolerà nella propria debolezza affidandosi alle lacrime.
Non c'è nessun metro per misurare la sensibilità, nè si può comprare a chili, nè tantomeno quantificarla misurando, questo dono prezioso, con la quantità di lacrime che vengono versate... a volte sono proprio queste ultime, sinonime di una profondità che sta tutta in superfice!
Non basta versare lacrime per appartenere alla grande schiera di coloro che piangono: proprio come non basta accumulare parole per dire una parola vera.
Jean Cardonnel.
...e questo è quanto!
Place To Be (Nick Drake)